martedì 13 maggio 2014

Le nostre dieci domande: le risposte di Carlo Roccio

 
 
Verso le Europee: il Pd di Cernusco porta in primo piano i temi dell'Europa, inviando 10 domande ai candidati della nostra circoscrizione, discutendone in piazza e in una serata di approfondimento. Perché «avvicinare l’Europa» a casa delle persone si può. Ecco le risposte di Carlo Roccio

Cosa dovrebbe fare l'Unione Europea rispetto alle drammatiche difficoltà della Grecia?

Semmai cosa avrebbe dovuto fare! Visto che, all’inizio della crisi, salvare la Grecia avrebbe comportato uno sforzo assolutamente affrontabile da parte della BCE, di molto inferiore a quello a cui si è andati incontro successivamente, e si sarebbero evitate anche le disastrose conseguenze che si sono poi verificate.


I dati sulla disoccupazione in Italia e in Europa sono allarmanti, in particolare rispetto all'occupazione giovanile e femminile. Quali provvedimenti dovrebbe promuovere l'Unione su questo terreno?

Premesso che i dati sulla disoccupazione non sono allarmanti in tutti gli Stati Europei, ma solo in alcuni tra cui l’Italia, inoltre, due sono gli elementi che hanno generato tale situazione, oltre naturalmente al terzo elemento legato al momento contingente della crisi economica che in una spirale involutiva della capacità di spesa delle persone ha ridotto tutti i consumi. Il primo elemento riguarda le legislazioni nazionali sul lavoro, dove questa legislazione è troppo stringente, il mercato del lavoro è rimasto ingessato. il secondo elemento riguarda la tipologia della occupazione, il lavoro “fordista” delle grandi fabbriche manifatturiere tenderà a diminuire ulteriormente, gli Stati dove c’è stata una previdente programmazione delle offerte formative nella scuola e una diversificazione nelle attività produttive verso i servizi e le attività legate al mondo digitale (digital Jobs) le percentuali di disoccupazione giovanile e femminile non sono così elevate.

L’Europa dovrà proporre come prima cosa una uniformità della legislazione sul Lavoro che sia innovativa e preveda si ,una tutela dei lavoratori e un loro coinvolgimento nelle strategie aziendali e nella partecipazione agli utili come lo è già in Germania, ma anche una liberalizzazione virtuosa da una serie di vincoli ormai obsoleti.


Quasi tutti i Partiti – italiani ed europei – rivendicano l'importanza strategica del comparto della formazione come volano per superare la crisi economia. Quali misure sosterebbe se venisse eletto in Parlamento Europeo?

La Formazione come è stata intesa e realizzata fino ad ora in Italia, non è servita a nulla e a nessuno, sono stati spesi tanti soldi senza nessun ritorno reale in nuova occupazione.

La strategia formativa inizia nella scuola,e dovrà essere in continuo dinamismo rispetto alle necessità del mondo produttivo, privilegiando i piani di studi tecnico-applicativi che troverebbero sbocchi occupazionali immediati.

Nel settore dei Servizi della Pubblica Amministrazione esiste in Italia un enorme deficit di personale digital expert, e un altrettanto parco hardware obsoleto con una carenza macroscopica riguardante l’incapacità di dialogo dei software delle varie Amministrazioni dello Stato, tutto questo andrebbe “rifatto” seguendo un progetto strategico-operativo che potrebbe trovare finanziamento attraverso i fondi strutturali Europei, anche questo investimento genererebbe un volano in grado di creare un ricambio generazionale e di nuove competenze.

L'Unione Europea dovrebbe promuovere politiche di promozione dei diritti civili negli Stati membri, in particolare rispetto ai diritti della comunità LGBTQI?


Non è facile e nemmeno possibile riassumere in poche righe una questione sempre più attuale, sentita e per certi aspetti complessa. Voglio riferirmi però, alle parole di Papa Francesco che in una semplicissima frase ha detto"chi sono io per giudicare un omosessuale?” e soprattutto per quanto riguarda i diritti civili, questi appartengono a tutti indipendentemente dalle proprie tendenze o inclinazioni. Inoltre sono da permeare per assorbire le sacche di scarsa tolleranza che spesso si ritrovano quando ci si confronta con realtà o pensieri differenti dai nostri. Dobbiamo educare le generazioni future al rispetto per "l'altro"

L'Italia, rappresentando uno dei maggiori centri di approdo per immigrati provenienti illegalmente da Paesi economicamente meno sviluppati, ha visto scatenarsi un importante dibattito interno rispetto al ruolo dell'Unione nella gestione dei flussi migratori. Quali politiche in materia di immigrazione dovrebbe assumere l'Unione Europea?

,Questo argomento, come il precedente ha in comune la questione della discriminazione; discriminazione che spesso esiste nei confronti di chi ha culture o religioni differenti . Quello della immigrazione è un problema che a mio avviso dovrebbe coinvolgere e interessare tutti i paesi europei in egual misura e non soltanto quelli che, per questione geografiche, si ritrovano a dover accogliere e soccorrere tutta quella gente che, per disperazione è costretta a lasciare i propri paesi d'origine senza la minima certezza di riuscire magari ad arrivare a destinazione, ed è una questione da affrontare non soltanto
nel momento della tragedia e cioè quando, come purtroppo è capitato e sta capitando, centinaia di persone perdono la vita . Credo che l’Unione Europea dovrebbe investire di più nei Paesi di Origine, specialmente in Africa cercando di creare lì, condizioni di vita almeno minime affinchè le popolazioni Africane possano. emancipandosi dalla povertà e dalla fame, vivere decorosamente nei paesi di origine.


La crisi economia, politica e sociale del nostro continente ci pone di fronte ad importanti interrogativi rispetto al futuro dell'Unione. Quali scelte deve compiere e a quale prospettiva deve mirare, secondo Lei, l'Unione Europea in questa difficile fase della propria storia?

Premetto che ho aderito al Movimento Federalista Europeo nell’anno 1992, e sempre nel 1992, ho contribuito a fondare nella mia città l’associazione Novara-Europa che aveva tra gli scopi quello di portare il nostro territorio in Europa.

Risulta quindi chiara la visione conseguente ad una scelta fatta da oltre venti anni, se sarò eletto deputato del Parlamento Europeo , cercherò di contribuire a realizzare uno Stato Federale Europeo,

mettendo al servizio di questa causa sia l’esperienza di Pubblico Amministratore (24 anni) sia quella Professionale e Imprenditoriale (38 anni)

Certo il cammino sarà impervio ma , a mio parere, non ci sono alternative.

Vorrei ,ad esempio, ricordare che quando fu creato il G7, furono inseriti in ordine di PIL i primi sette stati del mondo, e nei sette ci sono ben 4 stati Europei ,Germania, Inghilterra, Francia e Italia.

In una ricerca prospettica con traguardo il 2025, viene proposta la lista dei paesi che in ordine di PIL rientrerebbero tra i primi sette, ebbene in questa lista non rientrerebbe nessun Paese Europeo,

però sempre lo stesso studio pone nella posizione G1 l’Europa Unita a 28 stati.




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