venerdì 16 marzo 2012

Spostamento Ipsia, perché siamo ancora contrari

Prima Lorenzo Gaviraghi dell'Udc, ora anche Andrea Miedico della Lista Tu per Cernusco (si veda Cernusco Infolio di questa settimana). Si torna a parlare dello spostamento dell'Ipsia dall'attuale sede per creare un polo scolastico nella zona dove sorge ora l'Itsos.
A parte il fatto che la Provincia di Milano, che ha la piena competenza sull'Istituto, ha già scelto di far restare la struttura lì dov'è, investendo anche dei soldi per la sua ristrutturazione, a parte il fatto che il PGT non prevede, nell'area, nuovi spazi per edilizia scolastica, a parte tutto questo (ostacoli non da poco...), il Partito Democratico ribadisce la sua contrarietà al progetto, perché aprirebbe un nuovo fronte di appetiti speculativi nella zona della metropolitana. Soprattutto se lo spostamento, come propone Gaviraghi, si affiancasse alla costruzione di una nuova strada in trincea per bypassare via Cavour. Un progetto che rovinerebbe uno degli ambiti verdi più prestigiosi di Cernusco.  Riportiamo qui quanto scrivemmo all'epoca della discussione in Consiglio Comunale: «Sull'IPSIA c'è troppa ipocrisia, chi sostiene lo spostamento finge di non ricordare che spostare l'IPSIA vuol dire anche consentire la strada nel cannocchiale di Villa Alari (su cui peraltro grava un vincolo paesistico-monumentale) e lo sfruttamento intensivo commerciale di tutta l'area della Stazione Metropolitana. È come togliere il tappo dalla diga, l'acqua esce, l'invasione speculativa è il non detto dei paladini dello spostamento dell'IPSIA. Uno scenario da incubo, traffico raddoppiato invece che contenuto. Comincini queste cose le disse chiare in campagna elettorale, i cittadini lo hanno votato (molti anche degli abitanti del quartiere di Viale Assunta) e, giustamente, mantiene le promesse»
Ecco, in proposito, il commento di Paolo Della Cagnoletta, segretario del Partito Democratico di Cernusco sul Naviglio:

“Qualcuno, all'epoca della discussione, disse chelo spostamento era facilmente autofinanziabile con una STU. Questo è esattamente il cuore del tema.

Quella STU (società di trasformazione urbana – uno strumento) era pensata per essere usata come veicolo di una grande operazione commerciale, che prevedeva spazi commerciali di grandi dimensioni (non superiori a 2500 mq ma di almeno 500mq l’uno) e moltissimo residenziale (a memoria almeno 45000mc), il tutto per almeno 60.000mc. Tutto gravitata su Metropolitana, traffico veicolare (portato dalla nuova strada) e residenziale.

Ecco perché lo scenario era da incubo. In più: fare una strada davanti a Villa Alari avrebbe “giustificato” la trasformazione residenziale dell’area Garzanti.

La pedonalizzazione di via Cavour diventava solo un altro “vanto” di cui andare fieri (come la Villa Alari..).

Il “facilmente autofinanziabile” è espressione tipica della cultura amministrativa che ha preceduto Comincini: si finanzia qualsiasi cosa con il residenziale.

Lo strumento STU, è uno strumento appunto, e può essere utile per altro, proprio in zona metropolitana sia in centro che a Villa Fiorita, si possono fare ragionamenti su aree adiacenti di rispetto e aree di sedime del Comune di Mlano, per valorizzare le stazioni, ma toccare l’IPSIA voleva dire dare la premessa di un’enorme esigenza di cassa (almeno 4 mln di euro).

Queste “esigenze” si ripagano solo con “appetitivi speculativi”: cioè edilizia libera intensiva, a un passo dalla metropolitana, a costi esorbitanti per le famiglie.


La nuova cultura amministrativa della Giunta Comincini, e di cui il Pd è interprete convintissimo, dice esattamente l’opposto: non si creano ad arte esigenze da pagare con residenziale.

Le esigenze di nuove opere vanno vagliate con estrema attenzione perché, per quanto sarà possibile, solo gli oneri del PGT finanzieranno nuove opere.

Una città cresce non solo con misura ma “su misura” delle sue esigenze, individuate prospetticamente, assumendosi una responsabilità pubblica (il PGT).


Allora, invece, si creò ad arte l’esigenza di spostare l’IPSIA.

Le precedenti Giunte, pur essendo proprietarie dell’immobile IPSIA, hanno consapevolmente lasciato che non si facesse alcuna manutenzione (era imbarazzante visitare locali dove entrava acqua dappertutto, locali scrostati, con aule chiuse perché inagibili).

Si era scelta la strada del ricatto alla Provincia: “o dai l’ok allo spostamento e ci metti un po’ di soldi o lasciamo che l’IPSIA muoia”. Il tutto sulla pelle degli studenti e di coloro che ci lavoravano.


E’ la stessa logica che voleva farci credere che fosse necessario un tunnel da 30 mln di euro, o che ci volesse un palazzetto del ghiaccio a Cernusco, o un poligono di tiro, ed altre amenità di questo tipo. Alzare la percezione di “aver bisogno di altro” per dare un pretesto ad interventi residenziali.

Questa cultura amministrativa (che ha trovato vari interpreti in città) era ancora più grave in un contesto di risorse abbondanti (derivanti non solo da oneri, ma da compartecipazioni, ici, trasferimenti statali, etc.). Hanno navigato nell’oro e hanno passato il tempo a stabilire quale fosse l’ordine di graduatoria negli interventi residenziali da fare.

Intanto lasciavano che il Comune spendesse malissimo (immobili, gas, servizi vari, consulenze, oneri su spese correnti senza controllo, partecipate !– sic). Come fa chi è convinto di stare seduto su una miniera d’oro, quel che era Cernusco quando bastava mettere sulla carta un progetto e vendevi case senza neanche fare pubblicità, a prezzi sempre crescenti.



Comincini è meglio perché ha invertito la rotta, ha portato Cernusco ben lontano dal burrone, e lo ha fatto con meno risorse a disposizione provenienti dallo Stato (!).

Oggi Cernusco forse non è più una “miniera d’oro” (perché la crisi c’è anche a Cernusco seppur meno impattante), ma ha la grande possibilità di continuare un’esperienza amministrativa che la tutelerà nelle sue caratteristiche più importanti: una città viva, a misura di famiglia, dove la qualità della vita di tutti trova condizioni per essere vissuta come ciascuno desidera (dallo sport al tempo libero, all’associazionismo alla cultura, al lavoro, e ancora di più).

Il Comune serve a questo: lasciare che la qualità della vita di ciascuno possa esprimersi in un contesto di “pubblica utilità” che faciliti e non opprima i progetti della propria vita (opere utili, servizi “al servizio dei cittadini” e non il contrario).


L’IPSIA non si tocca».

2 commenti:

Mauro ha detto...

bene, questo si chiama avere le idee chiare; il resto sono chiacchere. grazie.

Antonio F. Sarmi ha detto...

Se a forza di costruire Cernusco diventa una seconda Milano come faranno quelli che da Milano sono venuti a Cernusco?
E...perchè sono venuti a Cenusco?
Perchè con il suo verde, la sua giusta dimensione, la sua ,quindi, maggior possibilità di socializzare, minor tensione competitiva,ecc.,ecc.ha attratto persone sane di mente che dopo il lavoro vogliono slow vivere !
QUINDI...BENE FERMARE LA CEMENTIFICAZIONE. CORAGGIO A MEGLIO UTILIZZARE I TERRENI A NORD DEL PAESE NEL VERDE OGGI PIU' ABITATO; SPERIAMO NON OLTRE.
Antonio Francesco Sarmi