martedì 30 marzo 2010

Regionali, parla Bersani


All'indomani del risultato elettorale, Pier Luigi Bersani traccia un bilancio per il PD e per l'intera coalizione. Il segretario del Pd ribadisce in conferenza stampa che serve “un'analisi più attenta e veritiera dei risultati, considerando che all'inizio di gennaio nessuno era disposto a scommettere che il centrosinistra conquistasse 7 regioni su 13. Dopo questo appuntamento elettorale non intendo cantare vittoria ma neanche accettare una descrizione dei fatti che assomiglia a una sconfitta nostra e del centrosinistra. Chiedo un’analisi attenta e un interpretazione più veritiera. Il divario tra le coalizioni si è ridotto di 3 punti. Bisogna riprendere la costruzione di un campo alternativo al centrodestra nel solco basato sulla costruzione di un PD sempre più popolare radicato nei bisogni di lavoro, imprese, famiglie e sulla costruzione di un’alternativa che dia sbocco credibile alle esigenze di rinnovamento della politica". E sul nord contrasta una delle analisi già fatte: “Non c'è un nostro arretramento al Nord, in Piemonte abbiamo perso per 9mila voti, è come prendere un palo al 95esimo. La vulgata che il Pd non sia nel Nord è sbagliata: chi l'avrebbe detto che avremmo vinto al primo turno a Lecco e Venezia contro Castelli e Brunetta?

Insomma nel voto c'è il segno di “un'inversione di tendenza. Come coalizione, rispetto al dato delle europee abbiamo avuto ovunque un nostro avanzamento. A gennaio nessuno scommetteva che avremmo vinto in 7 regioni su 13. Con il quadro di alleanze di allora potevamo giocarci 3-4 regioni, e invece ne abbiamo vinte 7 e altre due ce le siamo contese, in Piemonte con un palo al 95esimo e nel Lazio, dove ci separano 77mila voti. Nel Lazio il nostro schieramento avanza di 4-5 punti rispetto al 2009, in Campania di 6 punti, in Lombardia di 3, nelle Marche di 7, in Emilia di un punto e in Toscana di 3,5. C'è stato un dimezzamento della distanza tra noi e il centrodestra rispetto al 2009: erano 6 punti nel 2009 e ora sono 3, e parlo del centrosinistra classico, senza l'Udc. L'insieme dei dati regionali dà ragione del fatto di fondo: se guardiamo i dati di coalizione dalle europee ad oggi abbiamo sostanzialmente un dimezzamento delle distanze dal centrodestra. È questo - aggiunge - che mi fa dire che c'è un segno di inversione di tendenza”.
Anche l’astensionismo non è letto come semplice protesta: “C'è un pezzo largo di società che non si sente rappresentato dalla politica ed esprime una domanda implicita e urgente di cambiamento verso una politica più semplice, concreta e onesta”.
Quanto al Pd, Bersani spiega: “Avanziamo di circa un punto rispetto a tutti gli altri partiti alle europee, c'è solo la Lega Nord che avanza dello 0,9 per cento e tra le due coalizioni il divario si è ridotto di 3 punti”. Bersani non nasconde che per il centrosinistra il quadro è comunque “complicato, ma nelle comunali battiamo al primo turno ministri o viceministri, anche al primo turno. A L'Aquila perdiamo la provincia ma vinciamo nettamente nel Comune colpito dal terremoto e negli altri comuni del cratere. Certamente c'è una difficoltà generale, anche nostra - ammette - che però non può oscurare questo elemento di tenuta rispetto alle europee.
Non è mancata, da parte di Bersani, un'analisi sul boom del Carroccio: «Il voto alla Lega è un voto contro Berlusconi. Al Nord, gli elettori del centrodestra hanno un bello sfogatoio, credono di votare contro Berlusconi e votano Bossi. Probabilmente lo fanno perché pensano che a un certo punto la Lega si smarcherà. Ma mi sembra chiaro che quello è un voto contro il presidente del Consiglio”.

RIFORME - Quale sarà adesso il comportamento dell'opposizione nei confronti del governo? “Chi governa ha la responsabilità di dire che strada vuole prendere - risponde ancora Bersani. - Ogni tavolo che affronta problemi vicini ai cittadini ci vedrà seduti per affrontare . Altrimenti faremo una ferma opposizione. Se si vuole intraprendere un cammino di svolta per indicare soluzioni vere agli italiani noi ci siamo. Se invece si vuole parlare di problemi lontani dai cittadini, noi denunceremo questo tipo di impostazione». Il segretario Pd però annuncia battaglia qualora la maggioranza forzi la mano su una riforma presidenzialista. «Se ci sarà una forzatura, sappiamo che il meccanismo prevede anche una consultazione popolare». Si vada in Parlamento, non temiamo la discussione sui temi istituzionali». E l'idea di consultare i gazebo lanciata da Berlusconi? «Non so cosa ne sappiano...».
“Nel Lazio nessuno ci avrebbe portato più avanti di Emma Bonino. Non credo affatto che ci abbia portato a incomprensioni con i cattolici. Non ho nulla da rimproverarmi, i numeri del voto dimostrano anche che c'è stata una sua affermazione personale oltre i partiti. Nel Lazio siamo partiti 5 punti e siamo arrivati al pelo, a Roma il centrosinistra ha un vantaggio significativo e questo ci consente di guardare in modo positivo alle prossime comunal”. . Nessun rimpianto neppure sulla scelta di De Luca in Campania: “Ha avuto un successo rilevante, c'era un distacco molto ampio. De Luca non è stata una scelta del passato, non credo che avremmo fatto meglio con altri candidati”.

Il boom di Grillo? «Lì dentro c'è un' esigenza di civismo, anche se abbiamo idee molto diverse su rifiuti e infrastrutture. Ci sono fasce giovanili moderne che chiedono civismo, un'esigenza con cui dobbiamo confrontarci, l'idea di una politica più semplice, concreta e pulita. Detto questo i dati del Piemonte parlano chiaro, e me ne dispiace molto”.

“La vittoria dopo le primarie in Puglia? Io ho sempre pensato che Vendola sia una delle personalità con cui si può configurare l'offerta del centrosinistra al Paese. Io penso che il Pd -aggiunge il segretario- debba caricarsi anche di tenere aperto il cantiere ovvero essere disponibile a discutere anche con le forze che sono ora fuori dal Parlamento, a partire da Sinistra ecologia e libertà per verificare la possibilità di una convergenza strutturale”. A chi gli ha chiesto se si riferisse all’ingresso di Sel nel Pd ha detto: “No non chiedo a Vendola di entrare ma se è disponibile di lavorare insieme per un cantiere comune».

“Fronti, fronti.... si farà una discussione”, risponde Bersani a chi gli chiede se non teme, dopo il voto delle regionali, l'apertura di fronti interni. “Io ho detto cosa intendo fare- aggiunge- e cioè che si va avanti a costruire un partito che abbia un radicamento popolare. La strada è quella lì. poi le discussioni, per l'amor di Dio, le facciamo, ma noi abbiamo un dovere verso l'Italia. Ora ci occupiamo di questo. Noi abbiamo il dovere di lavorare per il PD fondato sul lavoro, il PD della Costituzione e della nuova unità della nazione”..

Regionali, parla Martina

Voto in Lombardia, il commento di Maurizio Martina, segretario regionale del Pd

Un grande grazie, e ora al lavoro per una Lombardia diversa.
 

di Maurizio Martina, segretario PD Lombardo
La consapevolezza della durezza della battaglia che avevamo di fronte in Lombardia non ci ha impedito di fare una campagna elettorale vera, tenace, combattiva, sui temi e nel merito in tutti i territori. Per questo va innanzitutto un ringraziamento importante a tutti i circoli, a tutti gli iscritti e i sostenitori, a tutti i candidati e in modo particolare a Filippo Penati che con la sua generosità e la sua tenacia ha davvero dato forza alla nostra proposta di costruire un’alternativa Lombarda. Il percorso di fronte a noi è lungo. Il dato dell’astensionismo, i segnali di disamore per la politica, la crescita del voto alla Lega sono elementi che non possiamo sottovalutare e devono essere al centro del nostro lavoro, delle nostre analisi e del nostro progetto politico. Il nostro punto di forza è quello di un partito che tiene e guadagna un punto percentuale rispetto alle europee di un anno fa. Il nostro gruppo regionale con 22 eletti è il secondo del consiglio, è rappresentativo di tutte le province e di tutti i territori, contiene forti elementi di innovazione e rinnovamento ed è un’importante base di partenza per la costruzione concreta, quotidiana, in Consiglio, tra le persone e nei territori del nostro progetto di governo per la Lombardia. I risultati dei Comuni ci danno un segnale importante, con la storica affermazione di Virginio Brivio a Lecco, che batte il ministro Castelli, con l’ottima riconferma di Lorenzo Guerini a Lodi e con i ballottaggi di Fiorenza Brioni a Mantova e Mario Soldano a Cologno.
Di nuovo grazie e buon lavoro a tutti noi.

Regionali, gli eletti in Lombardia

Ecco gli 80 eletti del Consiglio Regionale della Lombardia.
Popolo della libertà (23 consiglieri): Mario Sala, Stefano Maullu, Alessandro Colucci, Sante Zuffada, Domenico Zambetti, Romano La Russa, Massimo Buscemi, Angelo Giammario (Milano); Raffaele Cattaneo, Rienzo Azzi (Varese); Giorgio Pozzi e Gianluca Rinaldin (Como); Carlo Maccari (Mantova); Giovanni Rossoni (Cremona); Giulio Boscagli (Lecco), Giancarlo Abelli (Pavia); Marcello Raimondi, Carlo Saffioti (Bergamo); Massimo Ponzoni e Stefano Carugo (Monza); Mauro Parolini, Franco Nicoli Cristiani, Margherita Peroni (Brescia).
Lega Nord (18 consiglieri): Davide Boni, Fabrizio Cecchetti, Jari Colla, Max Orsatti (Milano); Claudio Bottari (Monza); Angelo Ciocca (Pavia); Giosuè Frosio, Daniele Belotti, Roberto Pedretti (Bergamo); Ugo Parola (Sondrio); Dario Bianchi (Como); Giangiacomo Longoni e Luciana Ruffinelli (Varese); Massimiliano Romeo (Monza); Renzo Bossi, Pierluigi Toscani e Alessandro Marelli (Brescia), Stefano Galli (Lecco).
Sono inoltre stati eletti nel listino bloccato (a 8 nomi): Roberto Formigoni, Paolo Valentini Puccitelli (Pdl), Doriano Riparbelli (Pdl), Roberto Alboni (Pdl), Nicole Minetti (Pdl), Giorgio Puricelli (Pdl), Andrea Gibelli (Lega Nord) e Cesare Bossetti (Lega Nord).


Partito democratico (21 consiglieri)
: Fabio Pizzul, Arianna Cavicchioli, Carlo Borghetti, Francesco Prina, Franco Mirabelli, Sara Valmaggi (Milano); Giovanni Pavesi (Mantova); Agostino Alloni (Cremona); Fabrizio Santantonio (Lodi); Giuseppe Villani (Pavia); Maurizio Martina, Mario Barboni (Bergamo); Angelo Costanzo (Sondrio); Luca Gaffuri (Como); Giuseppe Civati, Enrico Brambilla (Monza), Gianni Cirelli, Gianbattista Ferrari (Brescia); Carlo Spreafico (Lecco); Stefano Tosi e Alessandro Alfieri (Varese).
Italia dei Valori (4 consiglieri): Giulio Cavalli, Stefano Zamponi (Milano); Gabriele Sola (Bergamo); Francesco Patitucci (Brescia).
Partito Pensionati (un consigliere): Elisabetta Fatuzzo (Milano). 

Sinistra ecologia e libertà (un consigliere): Chiara Cremonesi.
Eletto anche in consiglio Filippo Penati, candidato presidente della coalizione giunta al secondo posto alle elezioni regionali. 

Udc (3 consiglieri): Enrico Marcora (Milano); Valerio Bettoni (Bergamo); Gianmarco Quadrini (Brescia).

Regionali, i risultati

Dopo una battaglia all'ultimo voto vanno 7 regioni al centrosinistra, con il blocco dell'Italia centrale che conferma il proprio orientamento e il Sud dove spicca l'affermazione di Nichi Vendola in Puglia. Nel Lazio vince i centrodestra, che al Nord conquista il Piemonte con uno scarto ridottissimo, circa 9.000 voti, Lombardia e Veneto dove la Lega supera il PDL.
E' il quadro che esce dalle elezioni regionali. Regione per regione.

Regionali, i risultati a Cernusco sul Naviglio


Risultati per Liste
Risultati per candidati

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venerdì 26 marzo 2010

Le ultime ore

Mancano poche ore al voto. Ecco le lettere di Maurizio Martina, segretario regionale del Pd e di Roberto Cornelli, segretario metropolitano.
Carissime, carissimi,

mancano ormai poche ore al voto del 28 e 29 marzo.
A tutti voi innanzitutto il nostro grazie per l'impegno, il lavoro, il tempo speso in questi mesi per un passaggio politico ed elettorale importante per il nostro Partito.

Siamo davvero all'ultimo miglio. Usiamo tutti insieme queste ultime ore, fino a lunedì pomeriggio, per convincere gli indecisi, chi non intende votare, chi ha ancora le idee confuse perché - come sapete - le prossime sono le ore in cui ancora molte persone scelgono come investire il proprio voto.

La nostra presenza ai seggi, le parole spese con il vicino di casa o il collega di lavoro, il messaggio all'amico, contano moltissimo: tanto quanto (e forse più) della dispendiosa campagna e dello strapotere dei mezzi e dei media dei nostri avversari.

E' tempo di cambiare. E' il tempo di un'alternativa lombarda, innovativa, propositiva concreta rispetto all'esausta replica di chi governa da 15 anni.
Possiamo costruire una regione dove il lavoro è un valore e come tale è difeso e sostenuto, dove la sanità e la scuola sono diritti per tutti, dove i trasporti sono più efficienti, l'aria più pulita, dove non sarà costruita nessuna centrale nucleare e dove non sarà più sprecata e consumata la nostra risorsa più preziosa: la terra.

Questo, lo sapete, significa chiedere il voto per il PARTITO DEMOCRATICO e per FILIPPO PENATI PRESIDENTE.
Spieghiamo ancora in queste ultime ore, con parole semplici, la nostra convinzione.

Maurizio Martina
Segretario Regionale PD Lombardo

Roberto Rampi
Responsabile Organizzazione PD Lombardo



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Cara Democratica e caro Democratico,

domenica 28 e lunedì 29 marzo votiamo per il rinnovo dei Consiglio e del
Presidente della Regione Lombardia e per alcune Amministrazioni della
provincia di Milano (Baranzate, Bollate, Cologno Monzese, Corsico, Parabiago, Segrate, Trezzano sul Naviglio, Vermezzo, Vizzolo Predabissi).

Fra qualche ora chiudiamo una campagna elettorale molto combattuta che il Partito Democratico ha scelto di fare sul territorio, con i Circoli, nei quartieri, nelle aziende toccate dalla crisi. Luoghi dove oggi si sentono più forti le contraddizioni e i problemi: disoccupazione, precarietà, immigrazione, sicurezza, salute, trasporti pubblici, scuola, asili. Abbiamo raccontato ai cittadini della Lombardia e della provincia di Milano le nostre proposte e la nostra idea di cambiamento per la Lombardia.
Lo abbiamo fatto con il vostro aiuto. Ovunque sono andato in questi giorni di campagna elettorale, ho trovato tanti di voi che erano lì per aiutare il PD a vincere. Con i gazebo, la presenza nei mercati, l'organizzazione degli eventi. Quindi posso dire che tutti noi abbiamo lavorato per guadagnare consensi, per far passare l'"alternativa PD" a 20 anni di governo del centrodestra che non ha mai risolto i problemi e troppe volte ha curato gli interessi di pochi invece dei bisogni di molti.


Sappiamo che la battaglia non è facile e si gioca proprio domenica e lunedì. In Regione è importante votare Filippo Penati ed è possibile dare la preferenza a un consigliere. Il mio invito di oggi è di convincere gli ultimi indecisi a scegliere le proposte e il progetto del PD perché vinca l'idea di una politica più attenta ai bisogni di cittadini, famiglie e lavoratori.

Anche nei 9 Comuni della provincia di Milano che votano è importante scegliere centrosinistra, da sempre i nostri amministratori hanno dato prova di grande esperienza nella gestione del territorio.

Il Partito Democratico è l'alternativa di cui la Lombardia e i Lombardi hanno bisogno.

Domenica e lunedì votiamo PD.
Un caro saluto,

Roberto Cornelli
Segretario del Pd Metropolitano


giovedì 25 marzo 2010

Voto, istruzioni per l'uso


Verrà consegnata una scheda di colore verde per le elezioni regionali 2010. Su questa scheda è possibile votare per il Presidente della Regione Lombardia e per il Consiglio Regionale.

L’elettore può esprimere due voti. Per votare il Presidente della Regione occorre fare il segno sul nome del candidato o su uno dei simboli che rappresentano la lista regionale guidata dal candidato.
Per votare i consiglieri regionali occorre fare un segno sul simbolo della lista provinciale preferita. Accanto al simbolo c’è lo spazio per indicare il nome di uno dei candidati della lista (voto di preferenza: non è obbligatorio).

Esistono quindi 3 possibilità di voto. Quella più semplice (e che ovviamente caldeggiamo!) è la numero 1.


1. È possibile votare solo la lista circoscrizionale. Cioè,  si barra la casella Pd. (In questo caso il voto si estende automaticamente anche al candidato presidente ad essa collegato, cioè Filippo Penati). Se si vuole, accanto
al simbolo c’è lo spazio per indicare il nome di uno dei candidati della lista

2. È possibile votare solo il candidato presidente della regione (in questo caso non ci sono ricadute sulle liste circoscrizionali ad esso collegate).

3. Si può votare un candidato presidente della Regione (e di conseguenza alla lista regionale che lo appoggia) e dare un voto ad una lista circoscrizionale tra quelle che NON lo appoggiano (questo è il cosiddetto “voto disgiunto”).

Ecco il video istituzionale con le istruzioni per il voto

Mobilitiamoci!

Mancano pochi giorni alle elezioni del 28 e 29 marzo prossimi. Sono giorni decisivi in cui tutti noi possiamo fare la nosta parte.
Regaliamoci un sogno, perché i sogni si realizzano quando si smette di sognare.
Il risultato che arriverà dalle elezioni in Lombardia sarà molto importante, darà il segnale che è iniziato il cambiamento. Abbiamo bisogno di tornare a vivere in un paese dalle regole certe e rispettate, dove i controlli funzionano e i diritti sono garantiti, ove il lavoro non è legato a conoscenze e furbizie, ma alle capacità, dove salute e assistenza non sono un buono da spendere e poi arrivederci, dove la cultura sta al primo posto e non viene più tagliata, ove tutti gli amministratori sono chiamati a rendere conto.
Questa volta dipende da noi. È necessario più che mai il contributo di tutti nel sostenere il voto per Filippo Penati Presidente, per il Partito democratico e per i suoi candidati al Consiglio Regionale. Ognuno di noi, in questi ultimi giorni si faccia portavoce e diffonda le nostre idee. Parlate con amici, conoscenti, parenti. Diamo un segnale importante.  Mobilitiamoci!

martedì 23 marzo 2010

Campagna elettorale, due appuntamenti

Due appuntamenti nella nostra zona giovedì 25 marzo.
Dalle ore 12.30 alle ore 14.30 a Vimodrone presso il bar Busker via piave angolo via s. anna incontro con Rosi Bindi, presidente del partito democratico e Fabio Pizzul, capolista del Partito Democratico a Milano e Provincia per le prossime elezioni regionali.
Sempre giovedì, ma in serata, dalle 19.30 in poi, a Cassano d'Adda, è previsto un incontro con Filippo Penati.

venerdì 19 marzo 2010

Penati-Formigoni, il confronto

Il confronto tra Filippo Penati e Roberto Formigoni condotto da Enrico Mentana (Mentana Condicio) è disponibile sul sito del Corriere della Sera a questo link. Nel frattempo Filippo Penati ha inviato una lettera agli iscritti. Eccola
Carissime, carissimi.

Mancano pochi giorni alle elezioni del 28 e 29 marzo prossimi. Sono giorni decisivi in cui tutti noi dobbiamo dare l'anima.

Dobbiamo fare tutto quanto è possibile perché la Lombardia si risvegli il 30 marzo con un nuovo governo.

La campagna elettorale che stiamo conducendo è anomala, la più caotica della storia della nostra terra. Berlusconi e Formigoni ci hanno posto in una condizione di incertezza. Per settimane non si è parlato dei progetti per la regione, ci si è dimenticati della crisi economica, dello sfascio della scuola, dei disagi delle famiglie, si è dibattuto solo di liste elettorali. Non si è condotta una campagna elettorale si è discusso se fare o no la campagna.

La democrazia si è ridotta a una battaglia di carte bollate. Tutto ciò è gravissimo. E la responsabilità è tutta dell'arroganza di Pdl e Lega. Che non si curano delle regole ma solo di riaffermare con sprezzo il proprio potere. Pdl e Lega hanno tolto ai cittadini anche un diritto elementare, quello di poter andare al voto, scegliere il proprio candidato e vedere il giorno il responso certo delle urne. Non possiamo tollerare tutto questo.

Non possiamo tollerare che chi governa mostri una tale arroganza, calpesti le più elementare regole dello stato democratico. In questa campagna elettorale il centro destra ha mostrato il suo volto più oscuro, quello di chi non si occupa mai degli interessi dei cittadini ma solo dei propri.

Mentre in Lombardia si perdono 50 mila posti di lavoro a palazzo Chigi si sbracciano per emanare decreti che giovano solo a chi governa, il lodo Alfano, lo scudo fiscale, il legittimo impedimento e da ultimo, il salvaliste e salvaFormigoni.

Non possiamo tollerare tutto questo. Non possiamo rassegnarci a un governo di bari. Per questo in questi pochi giorni che ci separano dalle elezioni tutti dobbiamo dare l'anima. Per far vincere la nostra alternativa di governo che è prima di tutto un'alternativa di legalità e di democrazia.

Con amicizia,

Filippo Penati.

giovedì 18 marzo 2010

Campagna elettorale, rush finale


Anche questo sabato saremo in piazza Matteotti. La campagna elettorale è alla stretta finale e il Pd di Cernusco dà il suo contributo per l'alternativa lombarda lanciata da Filippo Penati. Un'alternativa che è fatta di proposte concrete Un esempio? «Se sarò Presidente della Regione istituirò un sussidio unico di disoccupazione di 700 euro mensili per un anno per tutti i lavoratori precari (cococo, cocopro) che perdono il lavoro e sono privi dei tradizionali ammortizzatori sociali», spiega il candidato presidente Filippo Penati, «Il rapido aumento della disoccupazione era al 6% nell'agosto 2007, non è escluso raggiungerà il tetto del 9% nei prossimi mesi. È per me quindi evidente che il sostegno a chi perde il lavoro rimane centrale nel mio progetto». Non solo: Penati lancia anche un'altra idea: «Giù le tasse su salari e pensioni dei lombardi. Con il taglio dell'addizionale Irpef, come già avviene in altre regioni come Toscana e Veneto». Insomma, cambiare rotta è possibile. Dipende (anche) da noi.

Crisi, governo a mani vuote (video)

"Senza il lavoro non c'è Italia. Il governo ha l'orecchio su quelli che ce la fanno, noi vogliamo avere l'orecchio su chi non ce la fa o rischia di non farcela: lavoro, imprese e redditi delle famiglie". E' l'impegno del Pd che il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ha assunto prendendo la parola al presidio davanti a Montecitorio, promosso dalla Cgil a sostegno delle aziende in crisi e dai lavoratori dell'Agile-ex Eutelia, e sono state le stesse parole ripetute durante il primo dibattito tenuto in Parlamento sulla crisi economica, voluto dal PD ed arrivato dopo 22 mesi di legislatura, la prima volta in cui Tremonti ha accettato di confrontarsi sulla sua politica economica

martedì 16 marzo 2010

Cornelli: "13 marzo: un bel momento di democrazia, ora cambiamo la Lombardia con Penati"

Pubblichiamo di seguito una lettera di Roberto Cornelli, segretario metropolitano, sulla manifestazione del 13 marzo e sull'importanza di votare Filippo Penati alle prossime elezioni Regionali.


Cara democratica, caro democratico,
Il presidio di sabato scorso in largo Cairoli è stato un bel momento di democrazia. Desidero ringraziare tutti per la magnifica partecipazione del popolo del Partito Democratico. Migliaia di milanesi e lombardi hanno affollato la piazza in modo pacifico, chiedendo rispetto per le regole, per la democrazia e manifestando a difesa della “più bella Costituzione del mondo”, quella italiana.

E’ stata una manifestazione serena e determinata, come lo è la nostra opposizione nelle aule parlamentari e nel Paese. E’ stata una manifestazione unitaria a Milano come a Roma, pensata e realizzata con tutte le forze del centrosinistra e con i movimenti organizzati dai cittadini. Il Partito Democratico è  in grado di guidare una nuova fase politica che si apre con il declino evidente dell’azione del governo.

La sfida delle elezioni regionali è apertissima. Siamo pronti a proporre l’alternativa a partire dalla Lombardia. I nostri programmi e le nostre idee, che disegnano un Paese solido, moderno e giusto, hanno futuro e respiro.

Al centro della nostra agenda c’è il lavoro. Su questo e su altri temi centrali, il Paese ha bisogno di risposte concrete, di rilancio e sviluppo. Anche Milano e la Lombardia necessitano di un grande piano di ripresa economica e civile: noi siamo pronti a sostenerla e guidarla.

Per questo a sole due settimane dal voto, è necessario più che mai il contributo di tutti noi nel sostenere il voto per Filippo Penati Presidente, per il Partito democratico e per i suoi candidati al Consiglio Regionale.

I migliori saluti


Roberto Cornelli , segretario metropolitano

lunedì 15 marzo 2010

Di Bello: il mio impegno in Consiglio


Cambio della guardia nel gruppo del Pd in Consiglio comunale. Simone Dossi ha lasciato l'incarico, visto che impegni professionali lo hanno portato in Cina per un anno. Al suo posto ha preso già posto sui banchi della maggioranza come consigliere comunale Raffaele Di Bello , primo dei non eletti nella lista dei Democratici di sinistra. Ecco un breve testo di Raffaele, pronto a gettarsi in questa nuova avventura.

«MEGLIO STARE MEGLIO è l’adagio che riassume perfettamente il mio impegno politico ed il mio amore per la nostra Cernusco.

Infatti, ricorderete tutti che è lo stesso adagio che l’allora candidato sindaco Eugenio Comincini e la coalizione che lo sosteneva avevano scelto quale massima del programma elettorale e leit-motiv della campagna per elezioni comunali.

MEGLIO STARE MEGLIO esprime soprattutto il desiderio e la volontà della maggior parte dei Cenuschesi che hanno scelto di votare per Eugenio Comincini e per la coalizione che lo appoggiava, perché era quella la Cernusco che volevano.

Pertanto, il mio impegno all’interno del Consiglio Comunale non può essere che questo, di rispetto per gli impegni assunti.

Rivolgo un pensiero di ringraziamento a tutti gli elettori dei Democratici di Sinistra, ma un ancor più caloroso ed intenso grazie non posso che rivolgerlo a tutti gli amici e compagni di questo nuovo grande partito qual è il Partito Democratico, nel quale ho ritrovato non solo vecchi compagni ma anche nuovi amici ed al cui gruppo consiliare ho deciso di aderire.

Approfitto anche di questa occasione offertami per augurare buona fortuna all’amico e compagno Simone Dossi per l’avventura che ha intrapreso.

Grazie

Raffaele Di Bello

consigliere comunale del Partito Democratico»

Milano, 13 marzo

Largo Cairoli e Castello: anche i cernuschesi tra una grande folla multicolore per dire 'Sì alle regole no ai trucchi!' 'Sì all'Italia del futuro, basta con un governo arrogante e disonesto'. Ecco alcune immagini della giornata.

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venerdì 12 marzo 2010

In arrivo DemocraticaMente, il nostro giornale!


Nuova veste grafica, tante notizie interessanti. È il nuovo numero di DemocraticaMente, il nostro giornale, in distribuzione da oggi.

I temi caldi di questo numero

-elezioni Regionali: Penati l’unica alternativa credibile per ridare impulso alle tematiche di ambiente, scuola, lavoro e sanità in Lombardia

-Piano di governo del Territorio: l’amministrazione salvaguarda l’ambiente e attua politiche abitative vicine al cittadino

- scuola: fondi dalla Provincia per ristrutturare e ampliare l’Ipsia. Come cambiano le nostre scuole superiori dopo la riforma Gelmini

Controllate la vostra casella di posta a casa e segnalateci se non ricevete il giornale! E commentate sul blog le notizie e fateci sapere le vostre opinioni!

giovedì 11 marzo 2010

Caso Gargantini, il PD: non rappresenta più la linea del partito

Ecco il testo del comunicato stampa inviato agli organi di stampa:
Una scelta dolorosa, ma inevitabile. Il portavoce del circolo del Partito Democratico di Cernusco sul Naviglio, Paolo Della Cagnoletta rompe gli indugi sul “caso Gargantini” e prende atto della fine di un rapporto di «leale collaborazione, solidarietà e di fiducia, che deve essere alla base del nostro stare insieme. I partiti di solisti semplicemente non esistono, perché durano lo spazio di una discussione».
Della Cagnoletta ricostruisce le tappe che hanno portato alla situazione di oggi: «Negli ultimi mesi, il consigliere Claudio Gargantini ha espresso più volte pubblicamente il proprio dissenso nei confronti di quanto deciso dal Partito Democratico e dalla maggioranza e di quanto operato dall’amministrazione comunale.
Tale dissenso si è concretizzato talvolta anche in voti contrari o differenti rispetto a quanto deliberato della maggioranza in Consiglio Comunale, spesso senza che il consigliere Gargantini avesse informato il partito delle sue posizioni né ne avesse discusso preventivamente nelle opportune sedi politiche.
Il Partito Democratico, all’interno del suo coordinamento, ha affrontato tale questione con il diretto interessato, chiedendo all’unanimità un atteggiamento responsabile e leale nei confronti del partito e del gruppo.
Nell’ultimo Consiglio Comunale Gargantini ha però agito e votato nuovamente in maniera difforme dalla maggioranza, senza aver condiviso preventivamente le sue posizioni con il proprio gruppo di appartenenza.
Per questi motivi, il portavoce, il coordinamento del PD e il gruppo consiliare «con rammarico prendono atto all’unanimità della scelta di Claudio Gargantini di giocare un ruolo che non gli consente più di rappresentare le idee del partito».
Il Partito Democratico ribadisce la propria volontà di favorire il dibattito interno, di condividere le scelte amministrative strategiche con i propri iscritti ed elettori e di accettare il contributo propositivo di tutti. La discussione interna al partito deve però svolgersi in un quadro di fiducia e di lealtà reciproca. Le proposte fatte devono essere preventivamente discusse, devono essere costruttive e concrete e devono portare a scelte condivise con il partito e con la maggioranza, sulle quali nessuno può pensare di agire autonomamente, come se non vi fossero state occasioni di condivisione e dibattito. Se ciascun consigliere fosse indisponibile alla mediazione politica e pretendesse di poter imporre con successo i propri progetti o, in alternativa, di dissociarsi, verrebbe meno la possibilità di amministrare con stabilità e incisività il nostro Comune, con grave danno per tutta la cittadinanza.

Sabato, in piazza

Saremo come al solito in piazza Matteotti, a Cernusco sul Naviglio, per tutta la giornata di sabato. Perché la campagna elettorale va avanti, nonostante tutti i pasticci (e i trucchi) messi in campo dalla maggioranza. Ma molti di noi parteciperanno anche alla manifestazione di Milano. Per chi vuole, c'è un appuntamento alla stazione della metropolitana di Cernusco sul Naviglio alle 13. Con le bandiere. E una giusta dose di indignazione.

mercoledì 10 marzo 2010

In piazza a Milano, sabato alle 14

SABATO 13 MARZO alle ORE 14, collegata in diretta con la manifestazione di Piazza del Popolo a Roma. Una protesta civile e democratica aperta a tutta la società per dire sì alle regole, no ai trucchi. In piazza Cairoli. Da Cernusco partiremo alle 13 dalla stazione della metropolitana.
Eventi gravi e senza precedenti come la modifica in corso d'opera delle regole elettorali per garantire una sola parte, l'arroganza verso le istituzioni e gli organi di garanzia, l'insulto non solo nei confronti delle altre parti politiche impegnate nella competizione elettorale ma di milioni di cittadini perbene che nella loro vita quotidiana rispettano le regole e che oggi vedono una parte politica autorizzare se stessa a sottrarsene a piacimento: questi sono i contenuti politici dello sciagurato decreto del Governo.
Un decreto che non è che l'ultima di una serie di deformazioni dei meccanismi democratici alle quali assistiamo da troppo tempo. Una legge elettorale che ha privato i cittadini del diritto di scegliere i propri rappresentanti. Il processo legislativo affidato ormai quasi esclusivamente ai decreti d'urgenza emanati dal governo, il continuo ricorso ai voti di fiducia riduce ulteriormente il contributo del parlamento.

Le energie del governo, anziché indirizzarsi ad affrontare la crisi economica sempre più grave e l'allarmante riemergere della corruzione, sono ancora una volta concentrate nel campo giudiziario su leggi ad personam e nel campo fiscale sui condoni. Il governo riduce, anziché aumentarle, le garanzie per la trasparenza degli appalti. Si impegna in vaghe quanto onerose promesse di ritorno al nucleare invece di investire sull'ambiente, sulla green economy e sulle energie rinnovabili. E proprio mentre le conseguenze della crisi economica si fanno sentire con più forza sull'occupazione, abbatte le tutele dei diritti e della dignità del lavoro, fino ad arrivare allo svuotamento di fatto dell'articolo 18 dello statuto dei lavoratori.
Anche l'informazione è sotto attacco, la stampa e la libera diffusione delle idee sono messe in una situazione precaria, si tagliano le risorse alle emittenti locali e lo si fa proprio durante la campagna elettorale, stravolgendo lo spirito della legge sulla par condicio; anziché garantire visibilità a tutte le opinioni viene imposto il silenzio agli spazi televisivi di dibattito politico.

Perfino davanti alle irregolarità nella presentazione delle liste elettorali il governo, anziché scusarsi per gli errori compiuti e per il disagio causato ai cittadini per colpa di chi non ha evidentemente svolto bene i propri compiti, si è fabbricato un'arma con cui imporre ancora una volta al paese priorità discutibili. Ancora una volta i problemi di una parte prevalgono sull'interesse generale, e ancora una volta viene oscurato il grande tema sociale che è la questione più urgente e drammatica che la politica ha di fronte.

Ci rivolgiamo a tutti i cittadini italiani, a prescindere dalle loro convinzioni politiche: il consenso non viene prima delle regole e non legittima la violazione dei diritti di tutti. La sovranità - come recita il primo articolo della nostra Carta fondamentale - appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Nessun governo e nessuna maggioranza uscita dalle urne possono derogare a questo principio e modificare le regole della convivenza civile per le loro esigenze di parte.
È il momento di una presa di coscienza, di una riscossa democratica. Le elezioni regionali sono l'occasione per fermare questa deriva e per dire che chi governa deve cominciare finalmente a occuparsi dei problemi degli italiani e ad agire nell'interesse del suo paese.

Per questo invitiamo i cittadini a partecipare alla settimana di mobilitazione nazionale, che avrà come appuntamento centrale in Lombardia la manifestazione del 13 marzo in piazza Cairoli a Milano dalle ore 14, in collegamento con Piazza del Popolo a Roma.
Dobbiamo restituire forza alle ragioni della Costituzione e della democrazia. Dobbiamo riportare al centro dell'attenzione i drammi delle famiglie colpite dalla crisi e il diritto al lavoro. Dobbiamo costruire un'Italia più giusta, onesta e solidale. Dobbiamo vincere.

Maurizio Martina
Segretario regionale Pd lombardo

Roberto Rampi
Responsabile organizzazione Pd lombardo

martedì 9 marzo 2010

Salva-liste, anche la Lombardia in piazza

Per il rispetto delle regole. Per tutti.

Per sabato 13 marzo stiamo organizzando a Milano una grande iniziativa per proseguire la battaglia contro il decreto salva-liste, in contemporanea con la manifestazione di Roma.
In tantissimi da Milano e dalla Lombardia ci chiedono di proseguire con determinazione questa battaglia per le regole e la correttezza. Sara' una grande giornata di partecipazione di tutti i cittadini. A manifestare nel capoluogo lombardo ci sara' anche il vicesegretario del Pd Enrico Letta.


Maurizio Martina
Segretario PD Lombardia

lunedì 8 marzo 2010

Cornelli: qualcuno dovrebbe chiedere scusa

Roberto Cornelli, segretario del PD Metropolitano, interviene sulla vicenda del "condono" per liste. Sabato anche a Milano una manifestazione in contemporanea a quella di Roma.

D. Sabato pomeriggio il PD era per strada a protestare contro il decreto che ha
rimesso in pista il PDL a Roma e Formigoni a Milano ma non tutti hanno
capito il peso e il senso di quanto sta accadendo, ce lo può spiegare?

Roberto Cornelli: Intanto vorrei fare un distinguo tra la situazione avvenuta in Lazio e quanto accaduto in Lombardia. Solo apparentemente si tratta dello stesso problema. Invece, in comune, c'è solo una forte leggerezza del centrodestra a gestire le situazioni importanti. Secondo noi c'è anche una deliberata incompetenza ma soprattutto un'abbondante dose di litigiosità interna. Nel Lazio la lista del PDL per le regionali era rimasta esclusa perché presentata in Tribunale fuori tempo massimo. In Lombardia circa 500 delle 3500 firme necessarie per appoggiare la lista di candidato presidente Formigoni sono risultate incomplete o irregolari. Quindi anche il candidato legato a questa lista risultava impresentabile alle elezioni. Nella circoscrizione 1 del Lazio non avremmo avuto i candidati del PDL e in Lombardia sarebbe mancato il candidato del centrodestra e le liste ad esso collegate.

Tutto regolare invece per le liste del centrosinistra?

Certo. Va ribadita una cosa molto semplice: il pdl si è trovato in questa situazione per responsabilità sua e di nessun altro, e i dirigenti di quel partito dovrebbero innazitutto spiegare ai propri elettori quanto successo. Noi non c'entriamo niente ed è un atto di arroganza politica addossare colpe ad altri al posto di chiedere scusa e di ipotizzare insieme soluzioni istituzionali. Hanno preferito fare da soli e hano creato un altro pasticcio: la soluzione per decreto è inaccettabile anche perché la legge 400 dell'88 all'articolo 15, comma 2, fa specifico divieto di usare decreti "in materia elettorale", le elezioni sono il centro nevralgico della democrazia. D'altra parte anche Maroni si era espresso negando la possiblità di un decreto. Ma lo sappiamo, la Lega cambia idea facilmente e soprattutto a Roma dice una cosa, in Lombardia il contrario.
Per noi invece la legge è uguale per tutti, gli Italiani lo sanno bene, e non può essere il governo per primo a fare eccezione. Le regole per la presentazione delle liste e per la raccolta delle firme a sostegno di una lista non sono una forma ma la sostanza stessa delle leggi elettorali. E anche la sostanza della democrazia. Non accettarle, e ancora peggio, negarne l'importanza, come ha fatto anche questa volta il governo di Berlusconi è una grave mancanza di rispetto verso i cittadini. Che cosa succede a chi paga le tasse in ritardo o partecipa a un concorso presentando una documentazione incompleta? Senza eccezioni il cittadino viene multato o escluso dal bando! Persino la semplice operazione di voto richiede un documento d'identità, allora perché la presentazione di un candidato e della sua lista non dovrebbe rispondere a delle formalità sostanziali?

Insomma, non è andata come avrebbe dovuto?

Decisamente no. Il governo ha scritto un decreto che viola il principio di uguaglianza e imparzialità. In Lazio e Lombardia si fa eccezione in nome di un supposto "principale contendente". Ma la legge non era uguale per tutti? Evidentemente qualcuno vale più di altri. Questo decreto completa il quadro di una maggioranza che procede nel cambiare a suo vantaggio il quadro legislativo: Formigoni aveva già modificato l'articolo 4 dello statuto regionale per candidarsi per la quarta volta. C'è una certa coazione a ripetere, non trova? E nonostante questi fatti, Formigoni, con un linguaggio da stadio, ha anche il coraggio di sostenere che noi avremmo cercato di espellere il PDL e la Lega dalla partita ma che la moviola ha dimostrato che il fallo era nostro. Così l'arbitro ha riammesso la squadra di Formigoni e ha dato torto a noi.

Secondo lei Formigoni pensa a Napolitano quando parla di arbitro? Il capo
dello Stato ha firmato il decreto, perché non lo criticate?

E' sbagliato tirare dentro il vortice di questi accadimenti il Presidente della Repubblica. Il potere di emettere decreti d'urgenza sta nelle mani del Governo che non doveva mettere Napolitano in una situazione difficile da gestire, soprattutto per la posizione del presidente della Repubblica. Occorre avere un atteggiamento responsabile ed evitare che tutte le istituzioni vengano trascinate in questo gioco al massacro delle regole. Occorre riaffermare la politica e attribuire la cola di quanto sta accadendo a chi, con la prepotenza e con i trucchi, continua a ritenersi aldi sopra delle regole, delle leggi e della Costituzione.

Sì alle regole, no ai trucchi

giovedì 4 marzo 2010

Siamo in piazza

Sabato ci trovate in piazza Matteotti, mattino e pomeriggio dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 18. Se volete informazioni sulla campagna elettorale per le Regionali, sui candidati, sul programma di Filippo Penati (che potete scaricare qui), se volete iscrivervi al partito, se volete dirci la vostra... Vi aspettiamo!

Pdl, gigante dai piedi d'argilla

Martina interviene in merito alla sentenza avversa al ricorso di Formigoni

Il vero dato politico da evidenziare e' che il centrodestra lombardo, probabilmente, fino ad oggi e' stato un gigante con i piedi d'argilla: molto fragile sul piano organizzativo. Credo che questi problemi siano dovuti anche alle tante lacerazioni e ai tanti litigi che hanno attraversato Pdl e Lega in Lombardia negli ultimi giorni. Sappiamo che c'e' una procedura in corso e ci sono passaggi successivi; noi attendiamo che vengano fatti con la massima serenita' e chiarezza. Al momento abbiamo solo bisogno di recuperare questi elementi per capire quale sara' lo scenario elettorale. Ci sembra l'atteggiamento migliore da tenere in una situazione come questa.

Maurizio Martina, segretario regionale PD Lmbardo.

mercoledì 3 marzo 2010

1° marzo a Cernusco, riflessioni a margine


Il primo marzo 2005 in Francia entrava in vigore il "codice degli stranieri", una legge per regolare l'ingresso ed il soggiorno degli stranieri ed il diritto di asilo basata su una concezione utilitaristica dell'immigrazione. Questa data è diventata il simbolo delle manifestazioni che si sono svolte il primo marzo in tutta Italia, Francia, Spagna e Grecia che hanno visto protagonisti almeno per un giorno gli stranieri. La giornata di protesta "24 ore senza di noi" ha riportato i temi dell'immigrazione nel corretto alveo dei diritti della persona e della cittadinanza ed ha denunciato finalmente che il collegamento forzato fra la questione della sicurezza e gli stranieri nasconde la volontà di ridurre gli spazi della democrazia di tutti noi.
Gli slogan dei manifestanti riguardavano infatti la richiesta di diventare un giorno cittadini italiani, anche e soprattutto per i bambini nati in Italia, il rispetto dei tempi per ottenere il permesso di soggiorno (stabiliti in venti giorni, spesso occorrono due anni e quindi quando arriva è quasi scaduto), la richiesta di controlli sulla sicurezza dei posti di lavoro e sulla regolarità degli affitti delle case. Insomma sono gli stranieri a chiedere alle nostre istituzione maggiori controlli e attenzione per le procedure, a farci capire che una società più attenta alle esigenze di cittadinanza ed al rispetto delle regole è una società che funziona meglio e ci fa vivere meglio.
Anche nelle manifestazioni gemelle svoltesi a Cernusco e Pioltello lunedì è emersa tale valenza politica, sottolineata in particolare dalla partecipazione al presidio di viale Assunta del sindaco di Cernusco Eugenio Comincini, che si è a lungo intrattenuto con i manifestanti ascoltando le loro richieste. L'importanza di far sentire che le istituzioni sono vicine ai cittadini -anche a quelli che non lo sono perché privi del permesso di soggiorno o perché nati in un altro paese, ma vivono nella nostra città- sta alla base del legame fiduciario fra la sfera istituzionale e quella civile. Ed è ciò che la presenza del sindaco dimostrava.
Simbolico anche il superamento dei confini fra i due comuni: il corteo ha collegato i due presidi di Cernusco e Pioltello, mescolando i manifestanti ed alla fine le testimonianze degli stranieri, nell'improvvisato comizio nella piazza satellite, sono diventate parte di tutti noi.
Il dovere della politica da oggi in poi è di non lasciarli più soli.
Jasmine La Morgia

martedì 2 marzo 2010

1° marzo a Cernusco, cronaca per immagini

Stranieri e italiani insieme. Per una società più aperta. Senza il dominio della paura. Anche Cernusco e Pioltello sono state protagoniste, ieri della giornata di mobilitazione del 1° marzo. Ecco il fotoracconto. Fotografie di Ernestina Galimberti.


lunedì 1 marzo 2010

Dilettanti allo sbaraglio

A Roma il PDL arriva in ritardo e la lista viene esclusa dalle regionali a Roma e provincia. E in Lombardia salta la lista di Formigoni, con 514 firme irregolari. La Polverini si appella a Napolitano, il PD le ricorda che è impossibile. Bonino: no alle leggi ad listam. Clicca qui per saperne di più

1° marzo a Cernusco

Un giorno insieme per strade e piazze di tutta Italia (e Spagna, Francia e Grecia) per dire che esistono persone con diritti da rispettare, che le differenze sono un valore, che le istituzioni servono soprattutto a garantire chi non ha diritti e strumenti. È la politica che deve saper ricucire la trama slabbrata della società, occorre ricominciare dai fondamentali della democrazia: diritti, cittadinanza, dignità della persona.

Gli stranieri, i migranti, coloro che arrivano nel nostro paese alla ricerca di un lavoro o di un futuro devono sapere che ci troveranno vicini a loro. Per loro e per noi. Appuntamento anche a Cernusco. L’invito è di ritrovarsi tutti insieme LUNEDI 1 marzo 2010 alle 17,30 alla fermata della metropolitana di Cernusco (viale Assunta) per una manifestazione pacifica che poi dalle 18.30 proseguirà in corteo sino a Pioltello in via Leoncavallo (quartiere satellite).