mercoledì 9 giugno 2010

Stranieri, torniamo a parlarne

Non lasciamo cadere il buon lavoro fatto dal Comitato 1° marzo a Cernusco e Pioltello. Ricominciamo a lavorare sul tema dei diritti. Una lettera aperta alle forze politiche e sociali della città

di Jasmine La Morgia

Si svolge in questi giorni a Cernusco la terza edizione della Festa delle Culture. Si tratta di un’iniziativa promossa dall’Assessorato alle Politiche Sociali che coinvolge le associazioni e le scuole della città impegnate in un percorso di pedagogia culturale rivolta alla formazione ed alla crescita della sensibilità nei confronti di culture diverse dalla nostra.

Oggi Cernusco è citata come esempio di integrazione esemplare, anche da Don Gino Rigoldi, elemento significativo se si pensa che solo dieci anni fa era la città dove un sindaco leghista aveva deliberato un premio in denaro al contadino che avesse inondato di letame il campo nomadi. Ciò vuol dire che la politica può fare molto per la crescita culturale della cittadinanza.

E’ anche vero che la città vive rispetto agli stranieri una condizione, diciamo così, di privilegio: gli stranieri residenti sono meno del 5% della popolazione, pochissimi se si pensa al 20% della vicina Pioltello e al 13% di Milano. E’ chiaro quindi che i temi dell’immigrazione e della presenza di stranieri non sono vissuti e gestiti come un’emergenza.

Può essere quindi il contesto giusto per parlare di stranieri non solo attraverso le iniziative di promozione culturale e sociale che possono lenire la durezza dei problemi ma non risolverli. È infatti alla politica che oggi gli stranieri chiedono risposte. La loro presenza impone alla politica di rileggere la sfera dei diritti, perché il carattere universale dei diritti viene declinato solo in relazione alla cittadinanza e non alla persona umana. Nella relazione fra la garanzia dei diritti politici per tutti, intesi come persone, e la condizione di cittadinanza sta la sfida dei nostri tempi.

Questa era stata l’intuizione e la richiesta principale dei comitati sorti per il primo marzo, la giornata senza stranieri. Anche a Cernusco il comitato primomarzo2010, formato da associazioni, forze politiche e stranieri, aveva lavorato in questo senso, insieme con quello di Pioltello. L’insieme delle associazioni presenti aveva poi preferito ritornare al tradizionale percorso solidaristico.

L’appello che vorrei lanciare alle componenti politiche e sociali della città di Cernusco e a quelle di Pioltello è di non lasciar cadere il buon lavoro svolto dal comitato, ma di farsi promotori di iniziative e proposte che riguardino la sfera dei diritti politici degli stranieri, in particolare il diritto di partecipazione alla vita sociale e politica della comunità in cui vivono. Perché i diritti politici riguardano tutti, anche noi. Riprendiamo a parlarne e a lavorare insieme.

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